Negli ultimi decenni, grazie ai progressi nel campo della medicina, della tecnologia e grazie al miglioramento delle condizioni di vita, la vita media si è notevolmente allungata. Questa straordinaria evoluzione ci pone di fronte a nuove sfide, in particolare il mantenimento della salute del corpo e soprattutto della mente.
Con un numero crescente di persone che vivono oltre i settant’anni, è fondamentale favorire un invecchiamento attivo, funzionale ad una lunga e soddisfacente vita.
Il nostro cervello, come tutti gli altri organi del nostro corpo, è soggetto ad invecchiamento; risulta quindi necessario promuovere programmi di benessere mentale che favoriscano il mantenimento di una mente attiva per contrastare il declino cognitivo, dovuto all’impoverimento neuronale.
Riconoscere i segnali dell’invecchiamento cerebrale
L’invecchiamento è un processo universale, che si manifesta con cambiamenti cognitivi che variano da individuo a individuo
E’ importante distinguere l’invecchiamento fisiologico (normale, atteso e legato all’età) dall’invecchiamento patologico, caratterizzato da manifestazioni cognitive e comportamentali che influiscono negativamente sulla salute e sullo stile di vita.
I primi segnali riconoscibili di invecchiamento patologico includono:
- difficoltà a trovare le parole (es: dimenticarsi i nomi di persone o di oggetti comuni)
- turbe mnesiche a breve termine
- disorientamento nel tempo e nello spazio
- cambiamenti del tono dell’umore (irritabilità, apatia, depressione)
- difficoltà ad eseguire compiti complessi (es: gestione del denaro, guida dell’auto)
Come possiamo prenderci cura del nostro organo più prezioso?
Il cervello possiede due meccanismi di protezione:
- la riserva cerebrale: passiva, ovvero la quantità di danno che il cervello può accumulare prima di manifestare i sintomi. La riserva cerebrale è sostanzialmente legata ad una maggiore/minore quantità di neuroni;
- la riserva cognitiva: attiva, è una sorta di “cuscinetto protettivo” per il nostro cervello. Rappresenta la capacità di compensare i danni cerebrali causati dall’invecchiamento o da eventuali malattie degenerative, e di mantenere inalterate le funzioni cognitive, grazie ad un bagaglio di conoscenze e abilità acquisite nel corso della vita. Possiamo paragonarla ad una sorte di biblioteca, nella quale conserviamo le nostre esperienze, ciò che abbiamo appreso e tutti gli stimoli ricevuti, che ci ritornano utili per prevenire il decadimento cognitivo.
Cosa fare per avere una buona riserva cognitiva?
Avere uno stile di vita sano; una buona alimentazione, una vita sociale attiva e un buon livello di istruzione, è un’ottima base di partenza per il mantenimento nel tempo dei nostri neuroni. Così come una buona qualità del sonno e la capacità di gestire lo stress influiscono notevolmente sulla nostra salute mentale.
È possibile e consigliabile continuare ad allenare la mente tramite strategie di stimolazione cognitiva, in particolare attraverso:
- Attività intellettuali: ad esempio giochi di società, puzzle, sudoku, giochi di memoria e attenzione
- Lettura e scrittura per potenziare le nostre capacità linguistiche
- Laboratori e corsi artistici/musicali per stimolare la creatività
- Attività di socializzazione, per favorire l’interazione e la comunicazione
- Meditazione e mindfulness, per ridurre lo stress e migliorare la concentrazione
- Attività sportiva regolare (yoga, ginnastica, aerobica, camminata…)
Esistono inoltre programmi specifici di stimolazione cognitiva caratterizzati da esercizi cartacei e/o computerizzati, che, con la supervisione clinica, sostengono le funzioni cognitive soggette a deterioramento: la memoria, l’attenzione, il linguaggio, le funzioni esecutive e le abilità visuo-spaziali.
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Come sta funzionando il mio cervello?
Chi si occupa di fare una fotografia al nostro cervello è il neuropsicologo, la figura professionale che mediante l’osservazione del comportamento e la somministrazione di test cognitivi standardizzati, questionari e scale, identifica i domini cognitivi fragili e quelli preservati
A partire dalla valutazione neuropsicologica, il professionista può formulare un piano di intervento di stimolazione cognitiva, personalizzato sulle necessità e sulle risorse del paziente, monitorandolo nel tempo per registrarne i processi e apportare modifiche se necessario
Per concludere…
Fare palestra al nostro cervello, ovvero stimolarlo, allenarlo e tenerlo attivo è importante fin dalla giovane età per poter avere una buona riserva cognitiva in età avanzata.
L’allenamento cognitivo è fondamentale per garantirsi una migliore qualità di vita, prevenire l’insorgenza di patologie neurodegenerative e mantenere una maggior autonomia nelle attività della vita quotidiana.