Diverse sono le figure che entrano in contatto con il termine DSA:
- Genitori, i quali possono aver appena ricevuto una diagnosi di DSA per i propri figli.
- Insegnanti, nelle cui classi è in aumento la percentuale di alunni con DSA.
- Varie figure educative, come per esempio educatori in servizi di doposcuola o figure che si occupano di aiuto compiti e ripetizioni.
Non sempre vi è una piena conoscenza del significato e delle sfaccettature di questa condizione. Facciamo quindi un po’ di chiarezza in una serie di articoli dedicati ai “DSA”.
Cosa sono i DSA?
DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Tale condizione viene così definita poiché interessa alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, a fronte di capacità intellettive nella norma e assenza di patologie neurologiche e deficit sensoriali.
Le abilità compromesse nei DSA possono riguardare una o più delle strumentalità scolastiche elementari (come la lettura, la scrittura e il calcolo), le quali non vengono automatizzate dal soggetto come previsto per la sua età anagrafica. La mancata padronanza di queste abilità interferisce anche con altre capacità scolastiche più complesse quali la comprensione dei testi scritti, le capacità di espressione scritta e di problem-solving matematico, e in generale con lo studio.
I DSA sono Disturbi del Neurosviluppo, ovvero disturbi che si manifestano nell’età evolutiva e hanno un’origine neurobiologica, la quale è riconducibile ad una maturazione alterata e/o atipica di determinati circuiti cerebrali.
Secondo gli studi epidemiologici internazionali, i DSA hanno una prevalenza complessiva stimata tra il 2 e il 10% dei soggetti in età scolare.
Quali sono i DSA?
Si riconoscono quattro tipi di DSA:
- Dislessia: riguarda una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici. Nei soggetti dislessici si evidenzia una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.
- Disortografia: riguarda una difficoltà nei processi linguistici di transcodifica e riguarda l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale. La disortografia è all’origine di una minore correttezza del testo scritto rispetto a quanto atteso dal soggetto per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.
- Disgrafia: riguarda una difficoltà nella realizzazione grafica. Essa si riferisce al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione. Nei soggetti con disgrafia si evidenzia una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.
- Discalculia: riguarda una difficoltà nell’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del calcolo. Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a mente. Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
In uno stesso soggetto è possibile che coesistano diversi tipi di DSA contemporaneamente, in questo caso si parla di “comorbilità”. Ad esempio, la Dislessia può presentarsi in isolamento o in associazione (più tipicamente) ad altri disturbi specifici.

Come si manifestano?
In base alle abilità strumentali interessate dal disturbo, si riconoscono diverse manifestazioni.
Dislessia
Le manifestazioni della Dislessia tendono a modificarsi in base alla fase evolutiva in cui si trova il soggetto.
Fino alla 3°/4° classe primaria la lettura di molte parole scritte continua a basarsi sul riconoscimento sequenziale delle sillabe, o delle singole lettere nei casi più severi, risultando molto lenta e spesso costellata di numerosi errori. Per esempio, il bambino durante la lettura può saltare righe e/o parole, può confondere le lettere che appaiono simili graficamente (m-n, b-d-q-p, a-e) o che suonano simili per punto e modo di articolazione (t-d, f-v, p-b, ecc.); inoltre è possibile che legga delle lettere invertite oppure ne aggiunga o ometta alcune.
Generalmente, alla fine della scuola primaria alcuni soggetti si velocizzano cercando di riconoscere in modo “diretto” la maggior parte delle parole scritte, a prezzo tuttavia di commettere numerosi errori nel loro riconoscimento.
Disortografia
Alcuni degli errori tipici che si manifestano nella scrittura di un soggetto con Disortografia sono:
- Omissione o aggiunta di lettere (per es., “tapano” per “trapano”, “tereno” per “treno”);
- Sostituzione tra lettere, simili o meno dal punto di vista sonoro (per es., “vavola” invece di “favola”, “limote” per “limone”)
- Omissione delle doppie e semplificazioni o scambi tra digrammi (per es., “rano” invece di “ragno”, “glomo” al posto di “gnomo”)
- Scambi tra lettere o sillabe omofone (per es., “quore” invece di “cuore”, “celo” anziché “cielo”)
- Omissione della h nelle forme del verbo avere (per es., “Oggi non o fame”)
- Fusioni e separazioni illegali di parole (per es., rispettivamente, “Era luna di notte” e “in sieme”)
Un soggetto con disgrafia può manifestare un’ampia gamma di anomalie, tra cui:
Disgrafia
- “dismetrie” (casi, cioè, in cui la traiettoria tracciata per scrivere una determinata lettera risulta sensibilmente dislocata rispetto a quella canonica)
- realizzazione di lettere irriconoscibili, se isolate dal contesto della parola, a causa di deformazioni, assenza di tratti fondamentali, presenza di tratti estranei;confusioni fra lettere simili visivamente o che condividono partedegli schemi motori necessari a formarle
- eccessiva variabilità delle dimensioni delle lettere e/o scarso rispetto delle proporzioni tra lettere con e senza estensione
- spaziatura anomala tra le parole (eccessiva, insufficiente o troppo variabile)
- eccessiva fluttuazione delle lettere rispetto alla riga di scrittura
- presenza di frequenti autocorrezioni
- presenza di tremori nel tratto grafico
Discalculia
Possono manifestarsi delle difficoltà a diversi livelli.
Per quanto riguarda i compiti di transcodifica numerica, è possibile osservare difficoltà nella lettura ad alta voce e nella scrittura sotto dettatura dei numeri, con errori quali la sostituzione, l’omissione o l’aggiunta di una o più cifre.
Per quanto riguarda l’esecuzione dei calcoli scritti, possono manifestarsi difficoltà:
- nella selezione dell’algoritmo specificato dal segno algebrico
- nel recupero dei fatti aritmetici
- nell’esecuzione dei calcoli richiesti nei singoli passaggi
- nel recupero e/o nell’applicazione delle specifiche procedure previste dalle differenti operazioni
Invece, per i calcoli a mente, si denota una ridotta efficienza, l’utilizzo delle dita e la mancanza di una strategia funzionale e rapida, con conseguente lentezza della risposta ed elevate probabilità di errore.
Si possono poi osservare difficoltà nel recupero dei fatti aritmetici, ovvero nelle tabelline e in tutti quei calcoli a quali accede con la memoria, senza ricorrere al calcolo.
Nei casi più gravi si manifestano difficoltà nel subitizing (capacità di riconoscere “a colpo d’occhio” la numerosità di piccoli insiemi fino a 4 o 5 elementi senza dover ricorrere a procedure di conteggio), nella stima e nel confronto, nella quantificazione di vari aspetti della realtà (per es, una distanza), nell’ordinamento e nel calcolo approssimativo.
La presenza persistente di queste manifestazioni nei primi anni di scolarizzazione, deve fungere da campanello d’allarme per le figure implicate nella vita del bambino. Tuttavia, solo a seguito di una accurata valutazione da parte di specialisti quali Psicologo, Logopedista e Neuropsichiatra Infantile è possibile appurare la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Bibliografia:
- Legge 8 ottobre 2010, n. 170 – Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.
- Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento
- Pecini C. & Brizzolara D. (2020). Disturbi e traiettorie atipici del neurosviluppo – diagnosi e intervento. Milano: McGraw-Hill Education.