Per mindfulness s’intende il raggiungimento della consapevolezza di sé, dei propri pensieri e delle proprie emozioni nel momento presente e in maniera non giudicante.
Detto in altri termini la mindfulness è una pratica di attenzione focalizzata che ci permette di imparare a guardare ed accettare la realtà nel momento presente per com’è, osservando in maniera distaccata i pensieri negativi e vedendoli per ciò che sono, ossia come prodotti della propria mente che, con la giusta pratica, possono essere compresi e controllati, evitando che possano influire negativamente sulla propria vita.
Secondo diversi studi meditare cambia la visione del mondo, agisce su ormoni e neurotrasmettitori e permette un cambiamento materiale del cervello.
Le ultime ricerche suggeriscono come la Mindfulness promuova cambiamenti funzionali nel cervello mediante la neuroplasticità, concetto teorico precedentemente approfondito.
Haselkamp in uno studio del 2012 afferma che questi cambiamenti nella connettività funzionale siano duraturi nel tempo: praticanti con molti anni di meditazione sono caratterizzati da una maggiore connettività all’interno delle reti attenzionali e tra queste e le regioni prefrontali mediali.
Nei praticanti mindfulness ci sarebbe un maggior sviluppo dell’ abilità di mantenere l’attenzione e di svincolarsi dalle distrazioni, per questo la pratica Mindfulness è alla base della nostra area sulla focalizzazione della mente.
Percorsi di Mindful running sono costruiti sulla singola esigenza del paziente/cliente e integrano sessioni svolte in studio a sessioni all’aperto.
I benefici:
Il percorso MA&TO è un approccio che unisce le antiche pratiche di consapevolezza buddista e le più moderne scoperte della psicologia con l’obiettivo di guidare i partecipanti verso l’accettazione delle proprie esperienze, incoraggiando azioni positive in situazioni difficili, attraverso esercizi pratici di meditazione.
Ogni incontro è strutturato per fornire strumenti pratici di consapevolezza, favorire la gestione dello stress, migliorare il focus mentale e la resilienza emotiva.
Luders nel 2012 in una ricerca ha indagato gli effetti cerebrali della meditazione in relazione al numero di anni di pratica.
I risultati ci suggeriscono che meditando per molti anni avviene un aumento di spessore e un potenziamento dei lobi frontali ed in particolare della corteccia prefrontale mediale.
Quest’ultima dialoga ricevendo informazioni e dando indicazioni con il cervello emotivo (sistema limbico) e con il più arcaico cervello rettile (rinencefalo), favorendo l’integrazione fra le funzioni esercitate da queste aree.
Le modifiche al cervello avvengono per mezzo delle cosiddette pieghe corticali dette “girificazioni”, ossia la formazione di giri e solchi cerebrali.
Più girificazioni si formano più̀ il cervello riesce a lavorare meglio – un’efficienza che si mostra in una migliore elaborazione delle informazioni, facilità nel prendere decisioni e migliore memoria.
Si sono riscontrate maggiori girificazioni nelle persone che praticavano la meditazione, rispetto a coloro che non meditavano e questi solchi corticali erano maggiori con l’aumentare degli anni di pratica meditativa.
Uno studio del 2015 di Hauswald ha trovato ulteriori conferme di come lo spessore corticale sia aumentato per i praticanti dI mindfulness.
Hauswald ha dimostrato come meditando sia possibile ridurre la perdita della materia grigia, che avviene solitamente con l’avanzare dell’età.
Le analisi dei dati ottenuti dalla Risonanza Magnetica hanno confermato l’aumento di concentrazione di materia grigia (neuroni) nell’ ippocampo sinistro e nella corteccia cingolata posteriore, nella giunzione temporo- parietale e nel cervelletto nel gruppo che aveva seguito il programma MBSR.